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Divise e desideri


di Ale101
09.11.2023    |    9.639    |    43 9.7
"Lecco ogni centimetro del tuo corpo dalle cosce alla schiena..."
“Per ogni nostra guerra penso a tutti i baci che ci hanno rubato”.

***
T’ho conosciuta così, con il tuo caschetto di ricci definiti, labbra magnetiche e fiera fino al midollo della divisa che indossavi.
Abbiamo qualche anno di differenza. Tu sei più grande, cosa che ti ha concesso sempre di chiamarmi “piccola Ale”. E ti ci diverti un sacco, anche perché fisicamente siamo due opposti. Io alta, tu un po’ meno, io fisico normale, tu mangi schifezze solo di domenica e ti ammazzi di allenamenti. Io mangio schifezze H24 e l’unico allenamento che faccio è quello del pavimento pelvico.
Io ho tette piccole, tu una 3^ abbondante.

In questi anni, ci siamo dette “Basta” tante volte, entrambe consapevoli di non poter andare avanti, entrambe consapevoli che non ci saremmo mai dette “Addio”. Eppure…

È novembre.
Prendo il cappotto, ti ringrazio per il caffè e per le chiacchiere mentre cerco di scappare via, da me stessa. Averti accanto mi fa vibrare dentro. C’è qualcosa di dannatamente sexy e dolce in noi assieme. Incontrollabile.
Siamo nel tuo attico sciccoso, una casa di donna in carriera, quindi anche poco vissuta. Un minimal di gusto, con un finestrone gigante che ora lascia spazio al panorama autunnale di questa città.
”Ci siamo conosciute nel mondo sbagliato, piccola Ale…” mi dici penetrandomi l’anima con quegli occhi. “Sei una stronza Jey.” rispondo tirandoti in malo modo a me. Tu ti ci incastri perfettamente (come sempre e come tutto) e dandomi le spalle, insieme ci mettiamo a osservare dall’alto i colori della Terra.
Rimaniamo qualche minuto a dondolare così, ognuna con i propri pensieri. Stessi pensieri, ma ognuna per i fatti suoi.
Questo paesaggio stona un po’ con il profumo dei tuoi capelli, ma la combo è qualcosa di elettrizzante.
“Ho voglia di averti, mia per un’ultima volta Jey.” ti dico raccogliendo i ricci in una mano.
Il profumo dei tuoi capelli e quello della tua pelle creano fame. Vorrei essere in Twilight ora. Vorrei morderti il collo e succhiarti. Succhiarti a lungo, succhiarti in profondità. Nutrirmi di te, di noi e lasciarti li sfinita, brutta stronza.

“Cosa pensi piccola Ale?” mi chiedi sottovoce.
“Penso che quest’ultima volta dovremmo…”, non mi lasci finire, ti giri di scatto e mi baci, bacio lungo ma parecchio frettoloso.
“Bel bacio, brava stronza...” dico sarcastica mentre alzo un sopracciglio e faccio per andarmene. Mi fermi…
“Dovremmo cosa piccola Ale? Dillo!”
Ti guardo, ci guardiamo. Una l’altra, e insieme noi due. Sei dannatamente bella Jey.
La tua pelle sa di cocco e i tuoi baci sono come il miele.
Ti raccolgo i capelli in alto con entrambe le mani, mentre gli occhi non si staccano di dosso. Conosco bene l’effetto delle mie mani nei tuoi capelli e lo noto sul tuo viso.
Ti stringo sempre di più, spostandoti quel visetto da dolce troietta, leggermente di profilo.
”Ale così…”
“Così cosa Jey? Dillo.”
”Così tutto il discorso di prima cade.”
“Il discorso di prima, eh? Ero sicura mi dicessi che così ti stai bagnando, Jey…” t'incalzo leccandoti la faccia e stringendoti ancora di più quei cazzo di ricciolini castani. “Posso controllare Jey? Voglio assicurarmi che era ciò che intendevi veramente.” continuo, mentre la mia mano scivola tra le tue gambe.
Cerchi di svincolarti dalla stretta, provando a baciarmi.
Vedo la tua bocca aperta, la lingua bagnata che cerca di raggiungermi. Non ti mollo, stronzetta ricciolina.
“Mi arrappi un sacco, aprila!” ti dico, mentre provo a infilarti due dita in quella bocca magnetica che poco fa mi cercava.
“Aprila”. La tua bocca si apre…
“Succhiami Jey!” continuo, mentre sto per cedere alla tentazione di quel collo. Ti sto divorando mentre mi succhi...
Vuoi liberarti ancora e ti lascio fare mollando la presa, questa volta... Ci sono troppi vestiti addosso.
“Spogliati per me Jey, un'ultima volta.”
Sorridi, brontoli qualcosa a proposito dell’orario, ma lo fai. E lo fai guardandomi negli occhi e muovendo quel corpicino come la più grande felina. Sinuosa, elegante, gnocca.
Quanto sei troia Jey…
Ti lascio togliere quei pantaloni e aspetto che li sistemi attentamente sul divano.
Mi vieni incontro e fai altrettanto con i miei jeans, ma li butti a caso sul divano. Stronza, brutta stronza.
”E ora piccola Ale, via la camicia…”
“Lascia stare la camicia che poi se si stropiccia ti lamenti.”
Ci sbottoniamo a vicenda, il tuo mega tatuaggio pieno di fauna e flora compare sempre di più, mentre le nostre lingue ballano.
Non potrei mai essere sazia di quei baci bagnati. Travolgenti. Le nostre tette si toccano. Sei calda Jey.

Sei sempre stata caldissima, fuori e dentro. I nostri capezzoli si toccano, le mani si cercano, i corpi si vogliono. Io ti voglio.
Mi butti sul divano come i jeans, a caso, e mi salti in braccio.
“Leccami piccola Ale” mi dici mettendomi una tetta in bocca.
Ok. Ti lecco, ti mangio mentre quei capezzoli mi chiedono disperatamente morsi.
Con le mani ti accarezzo disegnando segni dell’infinito sul tuo corpo…
“Quanto sei bella Jey…”
“Baciami piccola Ale” mi rispondi con un tono dolce. Alzo la testa per baciarti…
“Aprila tu!” mi dici ficcandomi due dita in bocca e mentre lo fai, lasci cadere anche la tua saliva nella mia bocca. Quando una è troia…

Le tue dita sono bagnate, cerchi la mia figa. Tranquilla Jey, non c’era bisogno di lubrificazione, la mia figa sta pulsando già da quando mi hai invitato per un caffè chiarificatore. Conosco bene il mio corpo e so che sei l’unica persona che mi fa quest’effetto. Un po’ come quando gli uomini dicono “mi fanno male le palle se non vengo”, ecco, il dolore che provo penso sia la stessa cosa. Penso.
Mi entri dentro delicata, mi ravani lentamente. Fanculo, ti mordo quel capezzolo. Mordo di sfuggita e uno schiaffo secco mi arriva in pieno viso. Però!
Il corpo mi si riempie di calore e la figa prende a pulsare ancora di più. Le tue dita diminuiscono la velocità e aumentano l’intensità con colpi secchi come lo schiaffo. Ritmo lento. Cazzo, ti voglio tutta dentro Jey.
Mordo decisa e velocemente anche l’altro capezzolo. Mi aspetto uno schiaffo che non arriva.
“Troia” ti dico guardandoti negli occhi e godendo di te. “La tua, piccola Ale”.
Va bene... Un altro morso, ma questa volta a bocca piena con l'intensità che aumenta gradualmente.
Non mollo, voglio vederti soffrire Jey. Voglio che provi lo stesso dolore che sta provando la mia figa da 2 ore. Le tue dita, seguono il morso e fanno altrettanto aumentando anche la velocità. Le stringo dentro di me, sto per venire.

Ti prendo in braccio e ci tiriamo su.
“Facciamo vedere al mondo quanto sei mia e quanto sei troia.” Ti appoggio al finestrone.
“Mani in alto e gambe aperte, sbirra!” ti dico ridendo. Ridi anche tu e lo fai.
Sei bellissima quando ridi, sei un mondo di cose meravigliose.
Vorrei essere dietro a qualche tenda nel palazzo di fronte, per vederti ridere così. Per vederci, per godere di noi. Non mi basti mai riccia.

“Sei pronta? Chinati un po’ in avanti Jey.”
Lo fai mentre muovi il culo a destra e sinistra.
Ti accarezzo la schiena e ti lecco come se fosse l’ultima volta. Lecco ogni centimetro del tuo corpo dalle cosce alla schiena.
Mi soffermo sul tuo culo e ti restituisco lo schiaffo di prima e altri 4. Pesanti e secchi.
Le tue chiappe reagiscono, le accarezzo. Altri due schiaffi e i respiri si fanno più animaleschi.

Ti entro dentro e ti scopo la figa in quel modo meccanico. Quello senza sentimento, dove non riusciamo a controllare i nostri corpi.
Voglio sfinirti ancora una volta, prima di dirti addio.
I gemiti e i rumori della tua figa mi fanno capire che ci sei.
“Vieni per me Jey.”
E lo fai, ti liberi in un orgasmo forte e lungo.
Ti bacio la schiena due volte, ricomincio a scoparti la figa. So che non devo aspettare molto, sei un lago Jey.
Non passano 10 secondi che vieni ancora, squirtando. Le tue cosce sembrano due lunghe cascate.
“Ancora Jey, vieni per me.”
In preda ai due orgasmi, e con le mie dita che non ti danno pace, inizi a masturbarmi pure tu.
Incredibile, ho sempre pensato che sei una donna cazzuta Jey.

Terzo “orgasmo” tu.
“Butta qualcosa sul pavimento, se no si gonfia il parquet Ale…”
Per un attimo penso di buttarci te sul pavimento e nuotare assieme in quel laghetto che si è creato con umori misti scesi lungo le nostre gambe, ma so che poi non avresti tempo di lavarti i capelli.
”…Giusto…” prendo i tuoi cazzo di pantaloni e asciugo velocemente l’amato pavimento, mentre penso a come avresti giustificato il rigonfiamento con qualche parquettista.
Riprendiamo e andiamo avanti così per qualche altro “orgasmo”, bevendoci.

Avanti di 3, ti butti sul divano e riprendi fiato.
Mi inchino a te e mi prendo un bacio che non sapeva più di miele, ma di noi.
Un ultimo bacio. Per ora.
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